ANNUAL #2

 

LA NUOVA GENERAZIONE

 

(OVVERO: I GIOVANI INVASORI)


Di Carlo Monni

 

Dedicato con rispetto ed ammirazione a Roy Thomas & Frank Robbins

creatori degli Invasori.

 

 

PROLOGO

 

 

Nei giorni bui della Seconda Guerra Mondiale, quando il Nazismo gettava la sua ombra minacciosa sul mondo, un gruppo di eroi dai costumi colorati si erse a difesa di un’umanità minacciata. Il simbolo vivente dei valori della democrazia americana, idealista e coraggioso, Capitan America; l’orgoglioso Principe di un vasto impero sottomarino, dalla forza smisurata ed il temperamento ribelle, Sub Mariner; un uomo artificiale capace di infiammarsi, la Torcia Umana. Insieme ai loro giovani e capaci assistenti combatterono il male nazista ed aiutarono a vincerlo, Erano gli Invasori e divennero leggenda, una leggenda che è stata di guida ed ispirazione per le generazioni successive.

            Anche il male, però, a volte lascia sinistre eredità che vengono raccolte dalle nuove generazioni. Una volta un saggio scrittore disse: “Il male che gli uomini fanno spesso gli sopravvive” e purtroppo non manca chi intende dimostrare che aveva ragione.

 

      Il luogo sembra il perfetto scenario di un romanzo gotico: un’antica abbazia in rovina da secoli, un altare abbandonato su cui è incatenata una ragazza completamente nuda, delle figure, rivestite di un saio e con i volti coperti da un ampio cappuccio che intonano oscure litanie in una lingua che il tempo stesso ha dimenticato; una mano che si solleva brandendo un coltellaccio che poi ricade sul petto della vittima sacrificale, il cui urlo disperato è ignorato dai presenti.

-Il sangue è vita!- proclama una voce di donna, mentre nella sua mano innaturalmente pallida stringe il cuore pulsante che ha estratto dal petto della vittima. Una lunga scia di sangue ricade su un’urna dorata.

-Il sangue è vita!- esclamano i presenti

            Il sangue ricopre l’urna che immediatamente si surriscalda per poi letteralmente esplodere. Le ceneri contenute nell’urna danzano nell’aria, si uniscono, si condensano in una forma quasi sferica, ruotano a mezz’aria, mutano forma allungandosi e dove c’erano delle ceneri ora c’è uno scheletro e poi le ossa sono ricoperte da muscoli e nervi, poi la carne è ricoperta da vari strati di pelle innaturalmente pallida ed ecco pienamente formata una figura maschile nuda, la cui bocca si apre scoprendo una duplice fila di canini appuntiti, le labbra si muovono, dapprima senza far uscire alcun suono, poi, ecco solo poche parole:

-Io… sono… vivo?-

            La donna getta il cuore sull’altare e gli si avvicina. Mentre lo fa lascia ricadere il cappuccio mostrando il volto, dal colorito così pallido da essere quasi bianco, di una giovane donna bionda i cui occhi rossi sembrano splendere nel buio.

-Si, amore mio.- dice –Sei tornato alla non-morte che io stessa ti ho dato.-

            C’è confusione sul volto del giovane, mentre lascia che i seguaci della donna lo coprano con un mantello.

-Tu!- esclama –Io… mi ricordo di te. Perché mi hai riportato indietro? Perché non mi hai lasciato morire?-

-Perché è il tuo destino: insieme avremo la giusta vendetta sui nostri nemici ed il potere che è nostro diritto. Il mondo dovrà temere ancora il nome del Barone Sangue!-

 

 

1.

 

 

            Appena scesi dal volo proveniente da New York tu e Joy Mercado vi ritrovate nell’atrio dell’aeroporto internazionale di Heathrow a Londra. A vedervi qualcuno penserebbe che non siete una coppia ben assortita: tu sei un giovanotto biondo che dimostra a malapena 20 anni, dagli occhi azzurri e l’aria da classico bravo ragazzo, perfettamente in linea con il tuo abbigliamento sobrio, sembri uno studente in vacanza; lei è completamente diversa, invece, è anche lei bionda, con i capelli che ricadono lungo tutta la schiena, indossa jeans aderentissimi e giubbotto rosso fuoco altrettanto aderente e sembra… beh sembra una ragazza con cui la madre del bravo ragazzo non sarebbe felice di vederlo uscire. C’è da dire, ovviamente, che a volte le apparenze ingannano… ma a volte no.

            Il tuo nome è Jeff Mace e, come la donna che è con te, sei un reporter del settimanale americano “Now”. Dire che sei entusiasta dell’incarico sarebbe un’esagerazione, ma non si può nemmeno dire che non ti piaccia. Dopotutto ti consideri innanzitutto un giornalista e solo dopo anche il supereroe chiamato Capitan America, incarnazione dei valori più puri della nazione americana.

Ultimamente la tua vita è stata davvero frenetica: hai appena fatto in tempo a tornare da Phoenix, dove hai affrontato un essere più belva che uomo, che ti sei subito trovato coinvolto in una missione dei Vendicatori che ti ha portato nel regno della particolare specie umana nota col nome di Devianti. Un viaggetto a Londra per un reportage su un evento a metà tra il politico ed il mondano ha quasi il sapore di una vacanza, senza contare che c’è anche Joy.

Tu la e l’intraprendente collega, reporter d’assalto (e, quando serve, anche fotografa) avete fatto parecchi reportage insieme da vari luoghi del mondo e negli ultimi tempi avete anche condiviso molto di più. È accaduto solo un paio di volte, ma per te, che a volte sei davvero ingenuo quanto sembri, sono state esperienze indimenticabili, anche se ora non puoi fare a meno di chiederti se…

-Terra a Jeff Mace, ci sei?-

-Uh... cosa?-

-Spiacente di strapparti ai tuoi sogni ad occhi aperti, ragazzone, ma abbiamo un taxi da prendere.- ti dice Joy.

-Oh, scusa Joy, credo di essere stato un po’… soprappensiero.-

-Ah, non importa. Adesso sbrighiamoci, che voglio arrivare in fretta in albergo. Ho proprio voglia di una bella doccia e se farai il bravo potrei permetterti di lavarmi la schiena.-

            Senza volerlo arrossisci violentemente e sei certo che sul viso del tassista sia apparso un sorrisetto divertito. A volte la sfrontatezza di Joy ti mette davvero in imbarazzo, ma non puoi negare l’attrazione per lei, questo è certo. Meglio cercare di rilassarsi e lasciare che le cose vadano come devono andare.

 

            Non è facile essere un sovrano e questo Namorita, Imperatrice del regno sottomarino di Atlantide, lo ha capito presto, praticamente non appena suo cugino Namor ha abdicato in suo favore. Ci sono tante cose a cui pensare ed anche se ha dei validi consiglieri ad affiancarla, gli atlantidei si aspettano che sia lei a prendere tutte le decisioni, si affidano forse troppo al suo giudizio e questo prima o poi dovrà cambiare, perché la differenza tra un sovrano benevolo ed un tiranno è molto sottile. In questo momento, però, non è la politica ad occupare la mente di Namorita, bensì ciò che l’ha portata in visita a Londra, ovvero

un oggetto scoperto per caso durante scavi archeologici in quel che rimane del continente perduto che ha dato il nome al suo impero: uno scettro composto di uno strano materiale.

-Un oggetto affascinante, non è vero, Maestà?- le dice un giovane uomo al suo fianco, vestito in maniera decisamente casual –Forse risale addirittura agli albori della storia dell’uomo.-

-Non saprei, dottor Jones.- replica tranquilla Namorita –Dopotutto è lei l’archeologo, non io. Se lo dice lei, immagino di doverle credere, anche se l’archeologia ufficiale rigetta certe teorie, mi pare.-

-Sono sempre stato un tipo non convenzionale, Maestà, un difetto di famiglia, credo. Proprio per questo l’uomo che ha ritrovato quest’oggetto si è rivolto a me. Del resto, visto il mondo in cui viviamo ed i bizzarri esseri che lo abitano, che c’è di strano nel credere che luoghi e cose come l’antico continente di Atlantide ed il Santo Graal esistano davvero?-

-Nulla, visto che la perduta Atlantide è esistita davvero e sulle sue rovine il mio popolo ha fondato il suo impero… il che mi ricorda: la smetta di chiamarmi Maestà, mi innervosisce. Può chiamarmi Namorita o anche Nita, se preferisce.-

-Non la conosco abbastanza da poterla chiamare così.-

-A questo c’è sempre rimedio. Ma ora parliamo di questo… scettro. Forse non è il leggendario scettro dei sovrani di Atlantide, ma di sicuro è di interesse per il mio popolo e non permetterò a nessun governo di impadronirsene, né a quello britannico, né a quello americano, né a nessun altro.-

-Beh, se non altro è diversa da suo cugino: lui se ne sarebbe impadronito senza perdere tempo.-

-Oh… io so quando essere diplomatica e quando picchiare, mi creda Dottor Jones e non è ancora il tempo delle maniere forti… non ancora, ho detto.-

            Nita sorride ed il giovane archeologo americano si sofferma a pensare che sotto quell’aspetto dolce potrebbe essere pericolosa quanto il famoso Sub Mariner.

 

            Il rombo dei motori è come una musica, la mano quasi accarezza il volante e l’attimo prima della partenza è contrassegnato da una scarica di adrenalina pura. Johnny Storm, meglio noto al mondo come la Torcia Umana, membro a tempo pieno dei Favolosi Fantastici Quattro ha passato tanto di quel tempo impegnato a combattere mostri, alieni e minacce varie di scala cosmica da aver quasi dimenticato il puro piacere di stare seduto nell’abitacolo di una macchina da corsa provando il brivido della velocità e della competizione, quel brivido che perfino la capacità di volare non compensa del tutto. Lo aveva quasi dimenticato, dicevamo, quasi… ma non del tutto. Uno dopo l’altro Johnny supera tutti i suoi avversari e si avvicina sempre più all’auto in testa. Può farcela, lo sente, e questo senza bisogno di superpoteri, solo grazie alle abilità di pilota che Johnny ha sempre avuto: è una sensazione davvero gratificante. È valsa davvero la pena di fare tutto il viaggio fin nel Regno Unito e pazienza se i suoi amici sono rimasti a New York.

            Quel che succede dopo accade troppo velocemente perché gli spettatori riescano a capirne la dinamica. Solo in seguito si scoprirà che la causa principale è stata una minuscola perdita d’olio sull’asfalto rovente. Fatto sta che le due auto di testa fanno uno spettacolare testa coda, si urtano ad alta velocità, ma mentre l’autista della prima riesce a mantenere il controllo quanto basta da finire sull’erba, Johnny cappotta rapidamente ed in breve le fiamme avvolgono il suo abitacolo. Chiunque altro, tuta ignifuga o meno, sarebbe sicuramente morto in quel disastro, ma Johnny Storm non è chiunque: il suo controllo assoluto del fuoco gli permette di assorbire calore e fiamme ed uscire intatto dall’abitacolo.

            Il pilota dell’altra macchina, un nero ben piantato, con baffi e barbetta, gli corre incontro e gli dice:

-Tutto bene, amico?-

-Non preoccuparti, Khanata.- risponde Johnny –In confronto a certi scontri col Dottor Destino questa è stata una passeggiata. Peccato per la macchina, però… e per la gara: avrei potuto vincerla.-

            Khanata del Clan della Pantera, erede presuntivo del trono di Wakanda scoppia in una grossa risata.

-Chissà!- replica –Non lo sapremo mai, temo.- dà una pacca sulla spalla di Johnny e continua –Beh, ho un’idea per consolarci entrambi e finire la serata in bellezza, vedrai che non te ne pentirai.-

            Speriamo, pensa Johnny. Se fosse superstizioso prenderebbe l’incidente come un cattivo presagio, ma non lo è ed accantona il cattivo pensiero, preparandosi per una serata che si prospetta interessante e magari anche bollente.

 

 

2.

 

 

            Ci sono modi peggiori per passare una serata che partecipare ad un ricevimento dell’alta società. Quando tuo padre era nel servizio diplomatico e tu e le tue sorelle eravate ancora bambini, ti è capitato di partecipare a qualcuno di essi e la cosa che ricordi più chiaramente è che ti annoiavi. Gli anni sono passati e di certo tu fai una bella figura in smoking, ma continui a sentirti come un pesce fuor d’acqua in quest’ambiente.

-Terra a Jeff Mace: ti dispiace tornare tra noi comuni mortali?-

-Cosa? Oh, scusa Joy, stavo pensando ad altro.-

            Joy Mercado in un aderente abito da sera rosso, molto scollato sia davanti che sulla schiena, abbozza un sogghigno divertito e ti dice:

-meglio che rimani concentrato, bello. Siamo qui per lavoro, dopotutto. Per fortuna quella tua amica ci ha procurato due inviti o non saremmo mai riusciti ad entrare… non con mezzi ordinari, almeno. Ma a proposito: come fai a conoscere così bene un’aristocratica inglese?-

-Uh… Lady Crichton è… è una vecchia amica di famiglia.-

-A me non sembra poi così vecchia.- replica Joy gettando un’occhiata ad una donna bionda che si trova poco lontano da lì.

            Quanto a te, pensi che non è esattamente il caso di spiegare a Joy che Lady Crichton, nata Jacqueline Falsworth, alias Spitfire, proprio come tuo nonno, è un ex supereroina della seconda guerra mondiale ringiovanita da una massiccia trasfusione del sangue artificiale dell’Originale Torcia Umana. No: non è proprio il caso.

-Comunque, non m’importa poi molto.- continua Joy -L’importante è poter fare il servizio sullo scettro e… ehi: non è Johnny Storm, quello?-

            In effetti, è proprio lui: il fiammeggiante membro dei Fantastici Quattro. Chissà se sarebbe sorpreso di sapere che Capitan America è uno degli ospiti? Probabilmente no.

 

            Johnny Storm si sta divertendo. Una volta tanto può rilassarsi in compagnia di belle donne in un ambiente dove l’entrata in scena di un supercriminale è un evento più raro della caduta di un meteorite. In fondo, quante volte gli è capitato di sentire il suo ingresso annunciato da un vero maggiordomo in livrea? Beh, c’era stata quella volta all’Ambasciata Latveriana, ma è meglio dimenticarla.[1] E così eccolo qui, fare il suo ingresso nel salone assieme a Khanata ed a due splendide top model i cui volti e corpi hanno sono apparsi in miriadi di copertine in questi ultimi anni e non sempre per motivi di lavoro, per così dire. Johnny si diverte. Ad un certo punto perde di vista il suo amico e la sua bionda accompagnatrice, ma la cosa non lo preoccupa: è più interessato alle grazie della flessuosa donna che sta al suo fianco, almeno sino a quando non viene distratto da una vista che quasi gli fa andare di traverso lo champagne che sta bevendo. La sua relazione con Namorita non è finita bene, anzi: non sa nemmeno dire quando e come sia finita, ma vederla gli procura una sorta di rimescolio indefinibile: è bellissima, inguainata in uno splendido abito da sera, ovviamente verde, lungo fino a terra e con due spacchi laterali. Si ferma davanti a lui e gli sorride:

-Johnny!- esclama –Che piacere rivederti. Cosa fai da queste parti?-

            Un po’ di banale conversazione tra vecchi amici che sono stati anche amanti per breve tempo. Entrambi cercano di sembrare naturali, ma non lo sono affatto e lo sanno. Ad un certo punto Nita, forse per smorzare la tensione dice:

-Voglio presentarti un’amica, Johnny, vieni.-

            Lo prende per mano, sconcertando non poco quelli del suo seguito e lo conduce verso un gruppetto di persone che conversano tra cui spicca una giovane donna bionda, dimostra a malapena vent’anni, che sembra dominare la conversazione.

-Jacqueline... – esordisce Namorita -… volevo presentarti un mio vecchio amico: Johnny Storm. Johnny questa è Lady Crichton, una cara amica di mio cugino e mia.

            Jacqueline Crichton… Johnny ha la sensazione che il suo nome ed il suo volto dovrebbero dirgli qualcosa, ma non riesce a metterlo a fuoco. Una cosa è certa, però: è molto bella ed ha due incantevoli occhi azzurri. Johnny le sorride, mentre si inchina per un impeccabile baciamano:

-Sono onorato di fare la sua conoscenza, Lady Crichton.- dice.

-La famosa Torcia Umana. Mi fa piacere conoscerla. Lei è davvero galante, Mr. Storm, non è una cosa comune fra gli americani.-

-Io non sono un uomo comune, Milady, in più di un senso, oserei dire.- Johnny sente la risatina di Nita, ma sceglie di ignorarla. Quale che fosse il gioco di lei nel presentargli la nobildonna, lui giocherà a modo suo –

La prego, può chiamarmi Johnny.-

-Solo se lei mi chiamerà Jacqueline. Certe formalità sono davvero pesanti e superate.-

-Non è certo un problema. Anch’io non amo le formalità e…-

            Una mano si posa sulla sua spalla destra ed una voce maschile da dietro di lui dice:

-Questo giovanotto ti sta importunando, Jackie? Nel qual caso, posso dargli una lezione.-

Johnny si volta di scatto per trovarsi di fronte ad un uomo che potrebbe quasi essere il suo gemello: corporatura robusta, più alto di lui di sei o sette centimetri, capelli biondi, occhi azzurri e penetranti, bocca atteggiata ad un sorrisetto di scherno. Indossa con disinvoltura uno smoking che gli calza a pennello. Johnny lo riconosce immediatamente e non potrebbe essere diversamente. Sente la risata di Lady Crichton che gli risponde:

-No di certo, Jim. Tu conosci Johnny Storm, vero?-

            Colui che si fa chiamare Jim Hammond tende la mano verso Johnny che gliela stringe, trovandosi sottoposto ad una stretta asciutta e vigorosa.

-Certo che lo conosco.- dice Hammond –Posso dire che quello di Johnny è stato il primo volto amico che ho visto dopo tanti anni, anche se il nostro primo incontro fu alquanto burrascoso.-[2]

-Eravamo entrambi confusi e tu non eri esattamente in te.- si affretta a dire Johnny.

-Beh… è un momento buono come un altro per dirti che sono sempre stato orgoglioso che tu abbia tenuto alta la tradizione della Torcia Umana.-

-Grazie, ma io… un momento! Lady Crichton… Jacqueline! Ora ricordo: lei è…-

-Shhh!- gli fa Jacqueline –Non è il momento di parlare di certe cose in pubblico. Ora mi scuserai, Johnny, ma io e Jim abbiamo degli affari da discutere in privato.-

-Sono stato contento di rivederti, Johnny.- lo saluta Jim stringendogli ancora una volta vigorosamente la mano.

            Mentre i due se ne vanno Johnny si ritrova circondato da una piccola folla ed assalito da domande e commenti.

-E così è la Torcia Umana. Cosa si prova a salvare il modo una volta alla settimana?-

-Beh ecco…-

-Quella è la sua nuova fidanzata?-

-Veramente…-

-È vero che esce con Julie Angel?-

-Chi?-

-Il suo fratello maggiore è davvero un bell’uomo sa?-

-Ma lui non è… oh al Diavolo!-

 

             La nebbia è densa appena fuori da uno dei palazzi più sorvegliati del Regno Unito, forse troppo. Dalla nebbia si formano delle ombre che pian piano si concentrano sopra uno dei tetti di Whitehalll, proprio vicino al famosissimo Big Ben e qui assumono forma umana se umani possono ancora dirsi questi esseri che altro non sono che vampiri.

            La Baronessa Sangue si erge alla loro testa, lo sguardo puntato verso le luci davanti a lei. Ora indossa un aderente abito violetto con una profonda scollatura, che le arriva sin quasi all’ombelico ed un mantello di una tonalità più scura, la cui forma ricorda le ali di un pipistrello. Le mani e gli avambracci sono coperti da lunghi guanti del colore dell’abito, le dita sono simili ad artigli. I lunghi capelli biondi le ricadono sulle spalle, la sua carnagione è di un pallore spettrale e gli occhi sono rossi come la brace, mentre sorride dalle labbra spuntano due file di canini appuntiti.

-Ecco il nostro obiettivo.- dice con voce fredda e senza apparenti emozioni –Là c’è ciò che cerchiamo: colpitelo adesso, senza alcuna pietà.

            Sono almeno una ventina i vampiri che, trasformandosi in pipistrelli volano verso il non lontano palazzo, guidati dalla loro folle padrona.

 

 

 

3.

 

 

            All’interno del palazzo, gli ospiti interessati possono ammirare uno dei più recenti ritrovamenti archeologici, una sorta di anteprima dell’esposizione ufficiale che comincerà solo tra qualche giorno. Quello che qualcuno ha chiamato lo Scettro di Atlantide è racchiuso in una teca di materiale infrangibile ed ignifugo ed è guardato a vista da guardie giurate. La maggioranza degli ospiti gli ha, finora, dedicato solo occhiate distratte, ma adesso quasi tutti sono reclamati da una voce al microfono: il direttore del British Museum è salito su un piccolo podio, affiancato da Namorita e dagli archeologi dell’equipe che ha scoperto lo scettro.

-Signore e signori, se vorrete prestarmi attenzione, mi permetterò di presentarvi un oggetto veramente inusuale. Si sussurra che abbia più di dodicimila anni ed è forse la prima prova concreta che sono esistite civiltà umane precedenti alla storia conosciuta.-

-Non hai idea di quanto sia vero.-

            La voce sembra uscire dal nulla… o, per essere più esatti, da una sottile nebbiolina violacea che fino a pochi istanti fa era praticamente invisibile ed ora si condensa nella forma della Baronessa Sangue.

Perfino in quest’era di Meraviglie Mascherate e di invasioni aliene quasi quotidiane l’apparizione della Vampira desta sorpresa e con essa una sensazione di allarme. Tra i presenti c’è chi riconosce quasi immediatamente la nuova arrivata, ma anche loro sono presi di sorpresa dagli eventi che seguono: le vetrate si infrangono sotto la forza dei grandi pipistrelli che sciamano per trasformarsi nella distorta parodia di esseri umani che immediatamente attaccano i presenti puntando alla loro gola, invulnerabili ad ogni arma che viene usata contro di loro.

            La Baronessa urla un solo ordine:

-Uccidete!-

            Il panico dilaga, ma non in tutti i presenti

 

Il tuo nome è Jeff Mace e sei un reporter, ma sei anche più di questo: quando la calca travolge te e la tua compagna, sei uno dei pochi presenti a non perdere la calma. Vedi Joy sparire, inghiottita dalla calca dei fuggiaschi. Meglio così, pensi, almeno sarà lontana dal pericolo… anche se non l’apprezzerà molto… ed a te risparmierà di dove inventare una scusa per giustificare la tua sparizione. Riesci ad infilarti in una stanza vicina e qui ti sbarazzi rapidamente dei vestiti per rivelare l’uniforme bianca rossa e blu di Capitan America.

Mentre con un paio di acrobatiche mosse salti al di sopra della folla, ti aggrappi ad un lampadario e lasci che la spinta e l’oscillazione ti portino dove vuoi arrivare, non puoi accorgerti che vicino a te anche qualcun altro si sta apprestando ad agire.

 

Certe abitudini ti restano attaccate addosso per sempre, pensa Jacqueline Falsworth, mentre, evitando abilmente la calca, riesce a raggiungere il guardaroba. Qui un vampiro ha attaccato la guardarobiera e le sta succhiando il sangue.

-Adesso basta, dannato succhiasangue.- esclama la nobildonna, poi, più rapidamente di quanto l’occhio umano possa seguirla, colpisce il vampiro con un calcio alla nuca.

            Un colpo simile può al massimo distrarre un vampiro, ma stavolta questo gli ha fatto…

-Male? Ma come…-

-tacchi ricoperti di laminatura d’argento. Non esci mai senza di essi se tuo zio è stato uno dei più pericolosi vampiri del mondo.- risponde Jacqueline mentre continua a colpire il vampiro ed a supervelocità stacca da un tavolo un pezzo di legno sufficientemente appuntito da permetterle di infilzare il cuore dell’avversario.

            Mentre il vampiro cade ai suoi piedi e comincia lentamente a decomporsi, Jacqueline raggiunge una piccola valigetta e l’apre, traendone un costume dorato. Bastano solo pochi attimi perché Spitfire si getti nella mischia.

 

 

4.

 

 

            Due uomini molto simili, nell’aspetto, se non nel carattere, separati da una folla di uomini e donne che corrono in preda al panico, mentre sono attaccati dai vampiri, reagiscono quasi contemporaneamente allo stesso modo: Jim Hammond erige una barriera di calore tra lui e la folla, mentre Johhny Storm s’infiamma levandosi in volo. Palle di fuoco mirate colpiscono gli aggressori senza fare danni a chi sta loro intorno. I vampiri sono immuni a qualunque arma umana, ma il fuoco brucia le loro carni e li costringe ad interrompere l’assalto, a difendersi dalle due creature che sembrano non temerli.

 

            Anche se Joseph “Joey” Chapman non si divertiva molto al ricevimento, non avrebbe certo voluto che la serata finisse in questo mod. Vampiri: curioso come finiscano sempre per incrociare il suo cammino anche quando non è lui a cercarli, ma stavolta c’è di più: ha riconosciuto il loro capo ed ha un conto in sospeso con lei. È ora di saldarlo. Una volta arrivato nella stanza vicina, gli ci vogliono pochi attimi per indossare il costume di Union Jack ed entrare in azione. Vorrebbe avere con se la sua fida Webley con i proiettili d’argento, ma non c’era modo di farla entrare al ricevimento e del resto lui non si aspettava di doverla usare. Poco importa: si arrangerà in qualche altro modo. Spezza la gamba di un tavolino (chissà quanto costa? Si chiede) ed esce. Meglio che siate pronti, vampiri, perché la vostra nemesi sta arrivando.

 

            Namorita ha reagito immediatamente alla sorpresa, liberandosi dei vampiri che la stavano assalendo, ma potrebbe essere una battaglia impari, perché per quanto lei sia forte, loro sembrano inarrestabili e lei deve anche pensare a proteggere gli altri umani indifesi che erano con lei sul podio. Improvvisamente si sente afferrare al collo da una stretta d’acciaio. Senza alcuno sforzo apparente, la Baronessa Sangue la solleva dal suolo tenendola con un solo braccio.

-Ogni resistenza è inutile.- le dice.

-E… tu chi saresti? La regina dei Borg?-

-Umorismo anche di fronte alla morte? Bene, sarai un pasto degno della Baronessa Sangue.-

-Io non credo proprio.-

            Uno scudo circolare colpisce la Baronessa al collo facendola barcollare e perdere la presa su Namorita. Capitan America è arrivato.

 

 

5.

 

 

            Lo scudo torna nelle tue mani e la Baronessa ti rivolge uno sguardo torvo: nei suoi occhi odio puro.

-TU!- esclama –Adesso morirai!-

            Ti salta addosso con furia, così veloce da non darti il tempo di difenderti. I suoi artigli si stringono al tuo collo e tu hai appena il tempo di chiederti perché ti odi tanto. Non l’hai mai incontrata, questo è certo, ma il suo costume ti ricorda qualcosa. Ha detto di chiamarsi Baronessa Sangue? Non c’è un Barone Sangue tra i vecchi nemici di Steve Rogers? Avresti dovuto passare un po’ più di tempo a documentarti, ma ora forse, è troppo tardi… o forse no.

            La tua avversaria molla improvvisamente la presa ed il suo volto si contorce in un’espressione di dolore, mentre qualcosa la strattona da dietro le sue spalle ed una voce sarcastica dice:

-Tsk, tsk, Baronessa. Mi deludi: pensavo di essere io il tuo bersaglio numero uno.-

            Union Jack cerca di sembrare più sicuro di se di quanto in realtà sia. Sotto la sua maschera gocce di sudore gli imperlano il viso. Ha usato uno spuntone di legno per trapassarle la schiena, ma per la fretta di aiutare Cap non ha centrato esattamente il cuore. Non è neanche sicuro che sarebbe servito. Non ha esattamente idea di quanto quella donna, se può ancora chiamarla così, sia diventata immune alle debolezze dei vampiri. La osserva mentre, si strappa di dosso lo spuntone di legno e grida:

-Morirai per questo, Union Jack, molto lentamente.-

-Da quando ci siamo incontrati l’ultima volta la tua conversazione è diventata piuttosto monotona, sai?- replica Union Jack sferrandole un calcio alla mascella che a stento la fa barcollare.

Sono davvero nei guai, pensa Joey Chapman, sto affrontando una supervampira immune alle più classiche debolezze dei comuni vampiri e non so nemmeno se può essere uccisa coi mezzi tradizionali. Forse stavolta non me la caverò, ma questo non m’impedirà di morire lottando.

 

Sa che è un pensiero assurdo, ma Jacqueline Falsworth è quasi contenta di questo attacco, perché le ha dato l’opportunità di entrare in azione, cosa che non le capita tanto spesso quanto, in fondo, desidererebbe. Usando tutta la sua supervelocità passa tra i vampiri colpendoli ripetutamente e separandoli dalle loro vittime. Sa che non serve a molto: non sono i pugni che possono sconfiggere i vampiri, ma almeno fa qualcosa e riesce a guadagnare tempo perché altri possano intervenire. Questi altri comprendono ben due Torce Umane, i cui speciali talenti permettono loro di incenerire gli avversari limitando al minimo i danni a cose e persone innocenti.

Per Johnny Storm è una sensazione strana combattere fianco a fianco con qualcuno che da bambino considerava solo un eroe di vecchi fumetti e con cui ora condivide quel potere sul fuoco così esaltante, eppure così terribile, se ci pensa bene.

Quanto a Jim Hammond non perde troppo tempo in simili riflessioni: ci sono dei nemici da sistemare e lui lo fa. È consapevole che quei poveri disgraziati sono succubi della Baronessa e non sono del tutto responsabili delle loro azioni, cosa che non fatica a comprendere, ricordando quante volte lui stesso è stato pedina di esseri umani che hanno provato a controllarlo, a partire dal suo stesso creatore, il Prof. Horton, ma non può permettersi sentimentalismi con loro: ci sono vite da salvare. Piuttosto è compiaciuto di come il suo successore se la stia cavando bene, il retaggio della Torcia Umana è caduto in buone mani.

Ora è il caso di sistemare quella cosiddetta Baronessa.

 

La Baronessa non chiederebbe di meglio che combattere contro Capitan America ed Union Jack, assieme agli altri loro alleati, tutta gente che odia come pochi al mondo, ma non vuole farsi distrarre dal suo vero obiettivo e proprio mentre Namorita, ormai ripresasi, le sta saltando addosso, si trasforma in nebbia e si riforma proprio sopra la teca che contiene lo scettro, teca che si rompe sotto l’assalto della vampira, che afferra l’oggetto per poi trasformarsi di nuovo in nebbia ed infine in pipistrello. I sopravvissuti del suo branco la seguono, svanendo rapidi alla luce della luna, mentre nelle orecchie dei suoi avversari risuona ancora l’ultimo avvertimento della Baronessa:

-Ci rivedremo presto ed avrò il vostro sangue.-

 

 

6.

 

 

            In un salotto riservato del leggendario Diogenes Club di Londra, stanno sette figure in costume. Jim Hammond veste la sua famosa tuta rossa con i bordi e gli stivali gialli, Johnny Storm ha indossato la sua uniforme dei Fantastici Quattro e Namorita… un semplice costume da bagno in due pezzi, verde a scaglie ed è a piedi nudi: un abbigliamento che molti suoi consiglieri considererebbero non adatto ad una sovrana, ma esattamente come farebbe suo cugino Namor, lei li ignora.

            In questo momento è intenta ad ascoltare Union Jack che spiega chi è la Baronessa a chi, come lei, non ne conosceva l’esistenza:

-… Lily Cromwell era la figlia del dottore del villaggio. Quando scoprimmo che il Barone Sangue aveva ucciso il dottore e si era sostituito a lui, nessuno pensò che potesse averne plagiato, addirittura vampirizzato, la figlia. Fu un grave errore, perché Lily, non potendo far rivivere il Barone Sangue, ormai morto definitivamente, decise di concupirne il pronipote, Kenneth Crichton.-

            Spitfire volge lo sguardo ed i suoi occhi sono coperti da un velo di tristezza che non sfugge ai presenti. Jim Hammond le stringe una mano con tenerezza.

-Come fate ad essere sicuri che il Barone Sangue è davvero morto? Da quel che ne so, i vampiri non sono facili da uccidere definitivamente.- chiedi.

-Hai ragione, Capitano.- ti risponde Union Jack –Stavolta, però, siamo sicuri. Il tuo predecessore gli staccò personalmente la testa dal collo, poi la bocca fu riempita d’aglio e le labbra cucite, infine corpo e testa furono bruciati separatamente: il solo modo per uccidere definitivamente un vampiro.-

            Senti arrivare un conato di vomito, ma ti trattieni appena in tempo. Union Jack prosegue:

-Lily irretì il mio Amico Kenneth Crichton, nipote del primo Union Jack e figlio di Jacqueline, e lo trasformò in un vampiro, facendogli assumere il ruolo del nuovo Barone Sangue. Per farla breve: la Baronessa, come si faceva ormai chiamare, s’impadronì di un’antica coppa che riteneva essere il Santo Graal.-

-E lo era veramente?- chiedi e nel contempo ti rendi conto che anche se lui ti rispondesse di si, la cosa non ti sorprenderebbe affatto, non dopo le cose che tu stesso hai visto e fatto da quando hai assunto il manto di Capitan America.

-Ad essere onesti, non lo so.- risponde Union Jack –Ad ogni modo, che fosse o no il vero Graal, fatto sta che funzionò come lei voleva: alla fine di un rito celebrato la Notte di Natale di qualche anno fa la Baronessa ottenne l’immunità dagli effetti della luce del sole sui vampiri e forse anche dagli effetti degli altri amuleti anti vampiro, come aglio, argento, oggetti sacri eccetera. Naturalmente io arrivai a disturbare la cerimonia e fu allora che Kenneth, ritrovato il coraggio dei suoi avi, ebbe la forza di ribellarsi alla Baronessa e si lasciò morire sotto i raggi del sole.-[3]

            A questo punto Union Jack tace e stavolta è Namorita a prendere la parola.

-Racconto interessante, ma non ci dice dove sia la Baronessa e perché volesse lo scettro.-

-Forse… o forse no.- replica Jim Hammond –Dopotutto adesso sappiamo che la Baronessa s’interessa ad antichi oggetti magici e forse quello scettro…-

-Ma certo!- esclama Namorita –Se la Spada di Kamuu è magica, perché non dovrebbe esserlo lo scettro?-

-Quanto a dove si nasconde la Baronessa…- dice Spitfire -… ripensandoci, credo di sapere dove potrebbe essere il suo nascondiglio: le caverne sotto la tenuta di famiglia a Falsworth Manor, dove aveva il suo rifugio segreto il Barone Sangue. La tenuta è chiusa da quando mi sono trasferita a Londra poco dopo la morte di Kenneth.-

-Allora non ci resta che stanarla e suonargliele.- interviene Johnny Storm.

-Questa non è la vostra battaglia, amici, è un affare di famiglia.- dice Spitfire –Ce ne occuperemo io e Union Jack.

-Se lo scordi Lady Crichton.- ribatti tu con decisione –Questa è anche la mia battaglia: un Capitan America ha posto fine alla minaccia del Barone Sangue ed un altro sistemerà la Baronessa.-

-Il ragazzo dice bene, Jackie.- interviene Jim –Siamo tutti coinvolti in questa storia: tu perché riguarda la tua famiglia, io perché c’ero quando questa storia è cominciata tanti anni fa e loro…- il suo sguardo spazia su Namorita, Johnny Storm e Cap -… beh, loro sono i nostri eredi ed è giusto che siano al nostro fianco contro l’erede del Barone Sangue.-

-Mr. Hammond ha parlato per tutti.- concludi tu.

-Te l’ho già detto altre volte, ragazzo: chiamami Jim, se non ti dispiace.-

            Jacqueline Falsworth Lady Crichton sospira.

-Va bene, se è così che volete, così faremo.- dice -Ora, però, non perdiamo tempo: andiamo a vedere se è davvero così.-

 -Avete pensato che probabilmente la Baronessa si aspetta che la cerchiamo proprio lì?- interviene Nita.

-Certo.- replica Union Jack –Ci aspetta e ci ha teso una trappola, ma non possiamo che giocare con le carte che ci ha dato, purtroppo.-

-Allora non abbiamo scelta, pare.- commenta Johnny –Potrei chiamare gli altri Fantastici Quattro, ma, ripensandoci, preferisco dividere il divertimento solo con voi.-

-Non credo che ci sarà molto da divertirsi, Mr. Storm.-

-Mi chiami pure Johnny.-

 -E tu… e tutti voi chiamatemi Jacqueline, allora.-

            Non hai bisogno che te lo dica qualcuno, sai già che sarà una missione difficile, eppure, al pensiero di batterti al fianco di simili alleati, ti senti galvanizzato. Speri che questa sensazione duri a lungo.

 

            Il momento migliore per entrare in una presunta tana di vampiri è quando il sole è bello alto nel cielo ed i suddetti vampiri sono immersi nel loro magico sonno da cui solo il calare del sole può risvegliarli.

-La sola che dobbiamo realmente temere adesso è la Baronessa.- sta spiegando Union Jack -I suoi poteri speciali la rendono immune ai raggi solari e, speriamo, solo a quelli. Se è così, allora ci penserà la mia fedele Webley caricata a proiettili d’argento a sistemarla una volta per tutte.-

-Uhm… non è un’arma un po’…antiquata?- chiede Johnny.

-Può darsi, ma è l’arma di Union Jack sin dalla sua prima apparizione: ormai è una tradizione e tu sai quanto noi inglesi ci teniamo alle tradizioni.-

-Se non ricordo male, ti è capitato abbastanza spesso di affrontare dei vampiri.- gli chiedi.

-Abbastanza, si, ma non troppo spesso quanto si crede e tutte le volte la vecchia Webley ha centrato il bersaglio.-

-E dopo aver ucciso i vampiri con una pallottola d’argento al cuore hai effettuato quel rituale di taglio della testa ed il resto?-

-No, solo di rado: di solito lascio il compito all’ufficio del Coroner di Inner West London.-[4]

-Vuoi dire che c’è un ufficio specializzato nei vampiri?- chiede Namorita.

-Certo. Se è per quello, Scotland Yard ha una Squadra Antivampiro[5] e c’è anche un ufficio che si occupa di casi insoliti, ma ha cambiato denominazione varie volte ed al momento non mi ricordo qual è l’attuale.-

            Johnny Storm storce la bocca. Quanto a te, non puoi fare a meno di chiederti se la sicurezza che ostenta Union Jack sia reale o se anche lui sente quella sensazione alla bocca dello stomaco e se, soprattutto, sente il peso della tradizione che incarna, come tu senti quello del nome e del retaggio di capitan America. Poco importa, perché sai benissimo che nessuno di voi due si tirerà indietro.

 

            Solo poche ore prima ti eri ritrovato con Joy Mercado nella sua stanza. Eri contento che se la fosse cavata solo con una lieve ammaccatura alla fronte. Lo svenimento di Joy ti aveva risparmiato di inventare una scusa per la tua improvvisa sparizione, cosa in cui stai rapidamente diventando davvero bravo, ma non ad impedirle di farsi delle domande:

-Che diavolo ci faceva Capitan America qui in Inghilterra? Ed è solo un caso che ci fossero anche quegli altri tizi in costume?-

-Non saprei, Joy, magari c’era solo in corso una reunion degli Invasori, sai come le vecchie band rock.-

-Jeff Mace, a volte non so quando scherzi o fai sul serio. Secondo me c’è una storia sotto e voglio scoprire qual è.-

            Detto da vera giornalista, ma per te potrebbe rappresentare un problema.

-Non è una cattiva idea. Charlie[6] ne sarebbe contento. Facciamo così: adesso vado in camera a darmi una sistemata e poi ti aspetto al bar e decidiamo il da farsi.

-Ok.-

            Appena sei uscito dalla sua stanza ti sei precipitato nella tua e dopo aver indossato il costume di Capitan America, sei uscito dalla finestra per recarti all’appuntamento con Spitfire e gli altri. Joy non l’avrà apprezzato, ma troverai una scusa valida… prima o poi.

 

            Ed ora eccoti qui, in compagnia di altri eroi in costume, mentre segui Spitfire che vi guida verso un punto specifico della Tenuta Falsworth.

            Jacqueline Falsworth si sente sempre più tesa. Il Barone Sangue è la maledizione della sua famiglia da decenni. Suo zio John ha sconvolto le vite di suo padre, suo fratello e lei stessa più e più volte e quando l’incubo sembrava finalmente finito per sempre, ecco che si è ripresentato ancora una volta in una nuova forma, spezzando la fragile vita di Kenneth e lasciandola con un vuoto difficile da colmare. Il tempo guarisce tutte le ferite, dicono, ma nessuno parla mai delle cicatrici che rimangono.

-Ci siamo.- dice, scuotendosi dai suoi pensieri. –Ecco l’ingresso alla caverna.-

-Se la Baronessa è davvero qui…- interviene Johnny -… i casi sono due: o è molto stupida o ci ha preparato un’accoglienza coi fiocchi.-

-Io non la sottovaluterei, Johnny.- replica Jim Hammond –Conosco quelli come lei ed hanno sempre delle sorprese in serbo. Per questo ci penserò io a far saltare l’ingresso. Sono un androide, dopotutto, corro meno rischi di farmi male.-

-Ehi, vecchio: per quanto mi riguarda sei più umano tu di tanta gente che ho conosciuto, quindi sta attento.-

            Jim si lascia sfuggire un sorriso.

-Grazie Johnny… ed ora state tutti indietro.-

            L’Originale Torcia Umana si concentra. A poco a poco la sua mano diventa incandescente e da essa viene sparata una lama di fuoco che colpisce la pietra.

            Ed un attimo dopo c’è un lampo di luce seguito da intenso suono assordante, poi… nulla.

 

 

7.

 

 

            Quando riapri gli occhi, Jim Hammond è steso a terra, immobile e gli altri sembrano avere un gran mal di testa. Johnny Storm è chino sul suo predecessore.

-Come sta?- chiedi.

-Non sono un esperto.- risponde –Johnny –Qui ci vorrebbe Reed.[7] Io direi che è spento. Forse è opera di ciò che ci ha colpito od è stato un meccanismo di difesa interno per proteggersi. Oddio, sto parlando come Reed, fermatemi.-

            Dietro il tono scanzonato avverti chiaramente la preoccupazione del membro più giovane dei Fantastici Quattro.-

-Si riprenderà presto?- chiedi.

-Vorrei saperlo. L’ultima volta è rimasto spento per sette anni e quella precedente per oltre 40.-

            Non molto incoraggiante, pensi.

-Scusate, gente.- interviene Namorita –Ma dov’è finita Spitfire?-

            Solo allora voi tutti vi rendete conto che Spitfire è scomparsa.

-L’hanno presa.- esclama Johnny.

-Non ha senso.- replichi –Perché non prendere prigionieri anche noi allora, invece di lasciarci qui, vivi e pericolosi?-

-Quella matta è entrata da sola nella caverna.- conclude Union Jack –Dobbiamo seguirla, salvarla!-

            Nessuno ha nulla da obiettare al riguardo. Vi inoltrate nella caverna con la Torcia Umana che usa la sua fiamma per far luce.

-È davvero buio qui dentro.- dice –Sicuri che quei… vampiri non siano svegli qui dentro?-

-Secondo le leggende, durante il giorno devono riposare nelle loro bare e rimangono in catalessi sino al calar del sole, non importa dove si trovino o quanto buio sia.- spiega Union Jack.

-E le leggende sono vere?- chiede Namorita.

-La maggior parte almeno… ma non tutte.-

            C’è un attimo di silenzio a quelle parole, poi Johnny prova a rompere la tensione:

-Sapete… mi sono reso conto che noi siamo una specie di Invasori di seconda generazione. Certo ci mancano gli equivalenti di Bucky e Toro. Oh, io potrei essere la spalla del nostro Jim e tu Cap... non hai spalle, giusto? Anche se ti hanno visto qualche volta in giro con un paio di biondine imbandierate.-[8]

-A dire il vero…- rispondi -… io sono la spalla di Falcon.-

-Divertente. Perché stavi scherzando, giusto? Giusto?-

            Non rispondi ed abbozzi un sorriso, poi, quasi senza volerlo, ti irrigidisci, la tua mano destra serra la presa sullo scudo. C’è qualcosa. Non lo senti, ma è come se lo avvertissi. Ne sei sicuro: ti senti come un agnellino che sente la presenza di un branco di lupi ed un brivido ti scorre lungo la schiena, mentre ti rendi conto che non siete più da soli.

 

            Per Spitfire è stato un lungo cammino. Quasi subito dopo essere entrata d’impulso nella caverna è stata assalita dai vampiri e sopraffatta. L’hanno portata in un punto dove non era mai arrivata e lì, in una Caverna più piccola l’avevano buttata ai piedi della Baronessa.

-Ben arrivata tra noi, Lady Crichton.- dice la donna che fu Lily Cromwell.

-Perché sono qui?- chiede Jacqueline –Perché non mi hai uccisa?-

-Non è ancora il tuo momento. Prima devi essermi utile.-

-Utile a cosa?-

-Si, è giusto che tu lo sappia: guarda!-

            In un angolo della caverna una specie di giaciglio ed in quel giaciglio un bambino.-

-Mio figlio.- spiega la Baronessa Sangue –Il grembo di una vampira è morto e non può dare la vita, ma quando c’entra la magia tutto è possibile. Proprio come l’antico signore Dracula riuscì a concepire un figlio con una vivente,[9] così io l’ho usata per avere un figlio da Kenneth Crichton, l’ultimo vero erede del Barone Sangue.-

            Spitfire impallidisce, mentre comprende la verità e la Baronessa continua il suo racconto:

-L’ho chiamato John, come il mio defunto signore. Purtroppo non avevo calcolato una cosa: il figlio di una vampira e di un mortale, è la nemesi di quelli come me. la sua natura ibrida lo rende un nemico naturale dei vampiri: un Dampyr. Io stessa sono quasi morta nel darlo alla luce e senza la forza datami dal Graal non ce l’avrei fatta. La sua stessa esistenza è un tormento per me, il solo stargli vicino mi indebolisce. Finalmente, però, adesso ho quel che mi serve per debellare il suo potere prima che raggiunga il culmine: lo scettro di Zhered-Na, la maga dell’antica Atlantide. Il suo potere annienterà la natura di Dampyr di mio figlio e lo renderà finalmente quello che io volevo che fosse: il più potente di tutti i vampiri, vivo eppure non-morto, senza le debolezze dei vampiri e nemmeno quelle degli esseri umani, il capostipite di una nuova razza non più prigioniera delle tenebre e destinata a regnare sull’Umanità.-

-Tu sei completamente folle. Se penso che vuoi sfruttare il tuo stesso figlio come hai sfruttato il povero Kenneth…-

-Il tuo povero Kenneth?- la Baronessa Sangue ride –Io l’ho innalzato oltre le sue paure e debolezze e ne ho fatto l’uomo che era destinato ad essere, il mio sposo perfetto.-

-Che stai dicendo Kenneth è…-

            Jacqueline s’interrompe, mentre osserva la figura che esce dall’ombra e per la prima volta da tanto tempo prova un vero terrore.

 

            Occhi rossi che brillano nel buio, come quelli di animali famelici e sono tutti intorno a voi, mentre dalle tenebre si diffonde un sibilo che aumenta gradatamente di intensità. Johnny Storm intensifica la fiamma illuminando la caverna e rivelando la colonia di vampiri della Baronessa, i volti che hanno ormai poco di umano e le zanne snudate.

-Ma… quanti sono?- esclama Johnny.-

-Tanti, forse troppi…- puntualizza Namorita cercando di non far trapelare troppo il proprio disagio.

-Sbaglio o avevi detto che fino al calar del sole sarebbero stati innocui?- chiedi ad Union Jack.-

-Evidentemente mi sbagliavo.-    ribatte lui, mentre spara ad un vampiro colpendolo dritto al cuore –Ora, però, pensiamo a combattere e restare vivi… se ci riusciamo.

            Dentro di te ammiri la combattività del tuo compagno inglese e ti senti spinto a non essere da meno: il tuo scudo fa il vuoto tra le file dei vampiri. Peccato che il tuo scudo non sia sufficiente contro queste creature del male… o si? Devi ammetterlo: eri un po’ scettico, quando Union Jack vi ha portati alla Cattedrale di San Paolo per farvi benedire e riempire dei contenitori da un’acquasantiera. Lo ritenevi un rito superstizioso ed un po’ sciocco, ma ora vedi i vampiri arretrare davanti al tuo scudo e ti chiedi se proprio tu non avresti dovuto avere più fede.

            Alle tue spalle Namorita si batte come una vera leonessa, ma sta cedendo: è stata troppo tempo lontana dall’acqua e la sua forza sta diminuendo. Solo la sua pelle naturalmente resistente alle pressioni delle profondità oceaniche l’ha protetta sinora dai morsi dei vampiri, ma è solo questione di tempo perché ceda.

-Detesto privarmi di risorse preziose per il futuro…- dice Union Jack, mentre lancia una bottiglietta -… ma non mi resta scelta.-

            La bottiglietta si rompe contro le spalle di Nita. Contiene poca acqua, ma in qualche modo è abbastanza. Rinvigorita la Regina di Atlantide colpisce un avversario e scopre qualcosa di interessante.

            Dove è stato colpito, il vampiro brucia e delle orride piaghe si spandono sulla sua pelle.

-Davvero interessante.- commenta Nita –Bene, bene, amici, ora sapete anche voi quanto può essere pericolosa una vera Sub Mariner.-

            Si fanno avanti a forza, usando lo scudo, i pugni, pallottole d’argento e… il fuoco?

-Bruciali Storm!- incita Union Jack.

-Ma io…-

-Non pensare a loro come a degli esseri viventi: non lo sono, non più almeno. Se li eliminiamo daremo loro quella pace che la baronessa ha loro negato.-

            Ciononostante Johnny Storm esita… forse un istante di troppo e due vampiri lo assalgono. Le loro zanne bucano il suo collo, le prime gocce di sangue zampillano.

            Forse è solo il panico o forse è istinto di conservazione, ma improvvisamente Johnny si infiamma sin quasi ad intensità nova. Solo un istante, ma basta ad incenerire i suoi due avversari, far arretrare gli altri ed a dare una superabbronzatura ai suoi amici.

-Per fortuna hai davvero un totale controllo sulla tua fiamma…- gli dici tu -… o ci avresti inceneriti tutti.-

-Vi avrebbe solo risparmiato di morire per mano mia.- interviene una voce arrogante.        

 

 

8.

 

 

            Ed Eccola davanti a voi: la autoproclamata Baronessa Sangue, ma non è il suo arrivo a sorprendervi, dopotutto la stavate proprio cercando, quanto la presenza al suo fianco di una figura che quasi tutti i presenti riconoscono immediatamente.

-No, non è possibile!- esclama Union Jack.

-Il Barone Sangue, è davvero lui.- esclami tu.

-Perché tutta questa sorpresa?- ribatte il Barone Sangue –Tu più di tutti, Joey, dovresti sapere che non affatto facile uccidere un vampiro.-

-Kenneth, sei davvero tu?- nella voce di Union Jack un misto di preoccupazione, incredulità e… si, forse, anche sollievo –Perché segui questa strega? Tu non sei come lei.-

-Anch’io lo credevo, un tempo, ma mi sbagliavo… ed anche tu sbagliavi: credevate tutti che non fossi adatto per essere il nuovo Union Jack e così lo diventasti tu. La verità era che io non ero destinato a seguire le orme di mio nonno, ma quelle di mio zio. Ora e per sempre sono il Barone Sangue.-

-No!- urla Union Jack lanciandosi in avanti –Ma non capisci, Kenneth? Parli come un cattivo di terza categoria. Quella donna ti ha ottenebrato il cervello, ma tu non sei come lei.-

            Il Barone Sangue scatta velocissimo e lo colpisce. Se il colletto del suo costume non fosse rinforzato, ora Joey Chapman avrebbe la gola squarciata dalle unghie artigliate del suo avversario. Lo shock è però, tale da fargli perdere la concentrazione e renderlo facile preda dei vampiri che lo assalgono, immobilizzandolo.

-Fermi!- comanda la Baronessa –Lo voglio vivo, per ora. E voi, eredi degli Invasori arrendetevi o lo ucciderò, qui ed adesso.-

-E perché mai dovremmo arrenderci?- chiede Namorita –Tanto ci uccideresti comunque o, peggio ancora, ci trasformeresti in tuoi non-morti e preferisco morire davvero prima che accada.-

            Senti gli occhi di tutti su di te. Certo, non sei l’originale Capitan America, ma sembra proprio che il solo fatto di indossare quel costume faccia di te qualcosa di speciale: un esempio, una guida. Non hai mai voluto questo peso sulle tue spalle, ma alla fine hai scelto di portarlo ed ora devi vivere all’altezza della leggenda. Non è facile, non lo è mai stato e non lo sarà mai.

-Hai ucciso degli innocenti, traviato le loro anime e tutto per un’assurda sete di potere, per far rivivere un sogno malvagio. Gli Invasori hanno combattuto il primo Barone Sangue e lo hanno sempre sconfitto. Che ti piaccia o no, io ed i miei amici sconfiggeremo te ed il tuo Barone Sangue a costo di morire nel tentativo.-

-Bel discorso.- sussurra Johnny Storm –Un po’ prolisso, magari, ma comunque un bel discorso.-

            Alzi lo scudo e quasi non riesci a credere di stare dicendo le parole che ora pronunci:

-Attenta a te Baronessa, perché: ADESSO ARRIVIAMO NOI!-

            Ed al tuo segnale i tuoi tre amici balzano assieme a te alla carica.

           

            Sola e legata con catene che non è in grado di spezzare, Spitfire si chiede se è davvero arrivata la sua ora. Sente le grida dei suoi amici, ma potranno farcela contro la Baronessa Sangue ed i suoi vampiri magicamente potenziati? E se cadono che ne sarà di lei… e del bambino? La morte non la spaventa: sebbene dimostri a malapena 20 anni, Jacqueline Crichton ha vissuto per ben più di 80, ma cedere al nemico che ha corrotto l’anima della sua stirpe e minaccia di fare lo stesso al nipote che non sapeva di avere… non può e non vuole permetterlo.

            A lungo ha tentato di liberarsi dalle catene, ma tutto il suo potere è inutile, eppure non vuole cedere alla rassegnazione, anche se non sembra esserci via d’uscita.

            Improvvisamente qualcosa spezza le catene e lei si ritrova libera. I suoi occhi si volgono ad una figura evidentemente familiare.

Tu!- esclama –Ma…-

            Il nuovo arrivato si porta un dito alle labbra e fa cenno di fare silenzio.

 

                        La Baronessa è sconcertata e furibonda: questi nuovi Invasori si battono meglio di quanto avesse previsto. Non ha importanza che la sua legione di vampiri si sia abbeverata del suo sangue magicamente potenziato dal Graal e sia diventata forte come lei, immune alla luce solare e capace di camminare durante il giorno, perché sta perdendo terreno. I suoi occhi vedono Namorita colpire senza tregua. Le sue caviglie alate la portano sopra i vampiri e da lì si tuffa su di loro, colpendoli ripetutamente. Nonostante la sua forza atlantidea, non può vincere con questi mezzi, ma non cessa di lottare. L’americano che si fa chiamare Torcia Umana, come l’avversario del suo maestro, usa palle di fuoco contro i vampiri. All’inizio sembrava riluttante a colpire a fondo quelli che sembravano esseri viventi, ma ora sta perdendo ogni riserva. Poi c’è lui: quello che si fa chiamare Capitan America, il più debole di tutti, senza superpoteri, senz’armi, eppure non cede e spinge avanti i suoi, verso Union Jack.

            Li ha sottovalutati: credeva di avere su di loro una facile vittoria, ma ora si accorge del suo errore. Non le importa di quanti tra i suoi vampiri cadono: sono carne da cannone e li può rimpiazzare quando vuole, ciò che conta è che le diano abbastanza tempo per il rito. Non voleva farlo ancora, ma adesso deve usare lo scettro.

 

 

9.

 

 

            Molti decenni fa, mentre il mondo era in guerra, sette eroi in costume affrontarono una terribile minaccia. Al termine di quello scontro un essere malvagio era morto per la seconda volta e le sue ossa impalate su una stalagmite erano ormai una sorta di macabro monumento, mentre poco più in là un vecchio eroe concludeva la sua carriera contemplando le sue gambe spezzate, una figlia in fin di vita e la fine dell’innocenza per lui e la sua famiglia.

            Sessantasei anni dopo. Altri uomini e donne con gli stessi costumi e nomi di allora combattono un’altra battaglia nella stessa caverna e stavolta l’esito potrebbe essere diverso.

            Stavolta i buoni potrebbero perdere.

 

            A volte, nel corso di una battaglia arriva un momento in cui tutto sembra fermarsi, come se la realtà si congelasse per un attimo, riprendendo fiato prima di continuare. Union Jack sta sperimentando uno di quei momenti, mentre gli sembra che tutto intorno a lui si muova al rallentatore ed anche i vampiri che gli stanno addosso sembrano allentare la presa, consentendogli di scrollarseli di dosso e liberarsene. Poi, di nuovo, tutto accade freneticamente, mentre lui si getta a raccogliere la sua pistola, caduta precedentemente a terra, e spara in rapida successione due colpi spacciando i due vampiri più vicini.

-Adesso basta, Joey, è finita.-

            Il Barone Sangue è davanti a lui e sta avvicinandosi con apparente calma.

-Attento a te, Kenneth.- gli si rivolge Union Jack –Non esiterò ad ucciderti.-

-Ben detto, Joey, sei davvero adatto per il ruolo. Io invece, ero troppo debole, troppo vigliacco… almeno finché lei non mi ha fatto rinascere come vampiro. Ora ho la forza e la volontà e tu non mi sparerai, vecchio amico… anche perché hai finito i colpi.-

-Cosa?-

            Un solo attimo di distrazione basta al Barone Sangue per scattare verso Union Jack, torcergli il polso e disarmarlo, per poi prenderlo per il bavero, mentre gli strappa la maschera.

-Ora dimmi, Joey, che non posso ucciderti e fare di te un mio schiavo vampiro.-

-Non farlo, Ken… tu non sei come lei, sei migliore.-

-Forse una volta avrei potuto crederti, ma ora…ora sono un vampiro.-

-No, sei Kenneth Crichton ed eri... sei un mio amico.- mentre parla, Union Jack riesce a strappare la maschera al suo avversario -Puoi ancora farcela… conosco un vampiro che ha vinto la sua maledizione, si chiama Hannibal King e può aiutarti se...-

-Nessuno può aiutarmi ormai, non capisci che sono dannato?-

            Il Barone scaglia lontano Union Jack, come se fosse una bambola rotta e lo spedisce proprio accanto alla sua pistola. Può essere un caso? Si chiede il dolorante Joey Chapman. Forse no, poco importa. Kenneth gli ha detto che era scarica, ma poco importa: ha con se un altro caricatore e può riuscire a ricaricarla prima che lui possa fermarlo. Ora gli volta le spalle e sarebbe facile sparargli. Lo stesso Kenneth vorrebbe che lo facesse, Joey lo sa, ma esita e non riesce a decidersi a sparare.

 

            Accade sempre nel corso di una battaglia: ad un certo punto gli eventi sembrano precipitare rapidamente verso una fine. In seguito nessuno dei quattro “Giovani Invasori” saprà ricostruire con certezza l’esatta sequenza degli eventi, ognuno di loro la ricorderà in modo diverso. La sola cosa che tutti loro ricorderanno con chiarezza è l’immagine della Baronessa che brandisce lo scettro rubato e lo solleva sopra la sua testa. Il suo volto è una contorta maschera di odio, mentre le sue labbra intonano una specie di canto in una lingua sconosciuta.

-Cosa sta dicendo?- esclama Namorita –Assomiglia vagamente alla lingua del mio popolo, ma al tempo stesso sembra così… aliena.-

-Nulla di buono, ne sono certo.- replica Johnny, mentre la sua fiamma si va spegnendo –Non mi piace come brilla quello scettro e non mi piace nemmeno il fatto che mi sto indebolendo. Dev’essere una specie di incantesimo. Se solo…-

            La frase di Johnny è destinata a rimanere senza seguito, mentre tutti i presenti osservano lo spettacolo di uno scudo circolare rosso, bianco e blu che saetta nell’aria e va a colpire lo scettro di Zhered-Na, che rotola lontano sino a cadere vicino a… Union Jack. L’eroe britannico si protende con un ultimo sforzo, vincendo il dolore che sente alle ossa e riesce a posare la mano sullo scettro… un attimo prima che uno stivale si posi su di essa strappandogli un gemito.

-È finita, Joey.- dice il Barone Sangue. –Te lo avevo già detto.-

-No!- replica Union Jack –Non deve finire così, Kenneth!- tenta di alzarsi, ma non ci riesce, il suo spirito è forte, ma la carne martoriata è debole.

-Non c’è via di scampo per noi, Joey. Un tempo non lo avrei voluto, ma ora devo seguire sino in fondo la strada che il destino ha tracciato per me.-

-Ci ripensi, Barone… Mr. Crichton.-

            Il Barone si gira per trovarsi di fronte te: Capitan America.

-Nessuno è davvero predestinato al male.- continui –È sempre questione di scelte e nessuno può scegliere al posto suo.-

-Tu non capisci: io non ho più scelta! La sete mi divora ed io non sono abbastanza forte da resisterle. Ogni giorno che passa il vecchio Kenneth Crichton svanisce e presto resterà solo il Barone Sangue e lui non avrà più rimorsi o pietà. Solo una cosa può aiutarmi ormai.- Nelle mani di Kenneth Crichton è comparsa la Webley di Union Jack e prima che qualcuno possa dire o fare qualcosa Kenneth esplode un colpo contro il suo cuore.

-NO!- è l’urlo spontaneo di Union Jack alla vista del vecchio amico che cade ai suoi piedi.  La Baronessa grida a sua volta.

Un rivolo nerastro, il sangue del vampiro, scivola dalla cavità toracica e tocca lo scettro… che improvvisamente comincia a brillare, diventa rossastro, caldo….

Il tempo si ferma, lo scettro… esplode. La caverna si riempie di strane forme caleidoscopiche e su tutte si innalza l’immagine eterea di una donna, seminuda, con un lungo mantello e dai lunghi capelli neri fermati da una tiara, una donna che allunga la mano verso lo scettro, che è sempre più brillante fino al punto di accecare i presenti. Lo scettro sale sino a finire nella mano della gigantesca immagine. La luce spazza la grande caverna e porta con se i vampiri mentre la Baronessa Sangue urla.

Il tempo ritorna a scorrere e la caverna, fatta eccezione per i quattro eroi in costume ed il corpo in rapida decomposizione del Barone Sangue, è vuota. Della Baronessa rimangono solo gli abiti vuoti, degli altri vampiri nemmeno quello.

-Pare che sia finita.- dice Namorita.

-Ma vorrei tanto capire come.- commenta Johnny –Ho la sensazione che ci siano un sacco di cose che non capiremo mai in questa storia.-

-Una cosa la so…- intervieni tu -… ed è che ce la siamo cavata bene come gruppo. Credo che i veri Invasori sarebbero stati fieri di noi.-

-Lo credo anch’io.-

            Nita riconosce immediatamente quella voce

-Namor! Da quanto sei qui?- chiede correndo ad abbracciare il cugino.

-Da abbastanza tempo da riuscire a liberarmi.- risponde Spitfire, portando in braccio un bambino ed affiancata da Jim Hammond.

-E quello chi è?- chiede Nita.

-John Crichton…- spiega Jacqueline -… il figlio di Kenneth e della Baronessa… mio nipote. La Baronessa voleva farne il principe ereditario di un regno di terrore, io gli insegnerò i valori di famiglia ed un giorno forse, quando sarà abbastanza grande sceglierà la strada giusta per lui.-

-Ne sono convinto.- commenta Jim.

-Ancora non mi hai spiegato che ci fai qui. Ti credevo negli Stati Uniti.- insiste Nita, rivolta a Namor.

-Ho ricevuto una telefonata da un vecchio amico…- il suo sguardo corre verso Jim Hammond -… e quando ho saputo cosa c’era in ballo sono corso qui appena possibile… in tempo per trovare quel vecchio amico disteso sul prato di Casa Falsworth.-

-Quindi ti sei ripreso subito.- interviene Johnny Storm –Ma perché ci avete seguito senza avvertirci e perché non siete intervenuti?-

-Oh l’avremmo fatto…- replica Jim -… ma voi ve la stavate cavando abbastanza bene senza di noi e non volevamo dare l’impressione di volerci impicciare.-

            Li guardi tutti e tre e per un attimo sei indeciso su cosa dire, poi ribatti:

-Immagino che abbiamo passato l’esame.-

-A pieni voti, per quando riguarda me e anche Jackie. Quel brontolone dalle orecchie a punta di Subby, invece, non era molto soddisfatto, ma dovete capirlo: è sempre stato così.-

-Attento a come parli, fiammifero troppo cresciuto o potrei ricordarti cosa accade al fuoco, quando incontra l’acqua.-

-Sempre la stessa storia da 70 anni, ma quando cambierai repertorio?-

-Quando lo cambierai tu.-

.-Grande Nettuno e noi dovremmo imparare la saggezza da loro?- sbotta Namorita.

            Scrollando la testa Namorita prende tra le sue braccia un indebolito, ma non troppo gravemente ferito, Union Jack, che volge lo sguardo verso il corpo di Kenneth Crichton, di cui ormai rimangono solo le ossa.

            Tu raccogli la maschera di Union Jack e la porgi a Joey, poi guardi anche tu verso lo scheletro a terra.

-Mi dispiace per lui, doveva essere un brav’uomo.- dici.

-Migliore di quanto lui stesso credesse… purtroppo per lui.- risponde Joey.

-Mi occuperò io di fare quello che deve essere fatto… se vuoi.-

-Grazie.-

            Poco lontano Jim Hammond accompagna fuori Johnny Storm.

-Sei stato davvero in gamba, sai? Con te in giro, chi ha bisogno di un vecchio relitto come me?-

-Forse i giovani come me, bisognosi di qualche lezione ogni tanto. Ma non dire alla Cosa che te l’ho detto.-

-Cap…- chiede Nita –Pensi che questa sia l’ultima volta che abbiamo sentito parlare della Baronessa Sangue?-

            Scambi un rapido sguardo con la giovane atlantidea ed Union Jack e poi scuotete la testa ed all’unisono esclamate:

-Nooo!-

            L’eco di risate gioiose è l’ultimo suono che si sente nella caverna prima che vi torni il silenzio.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Everglades, Florida. Dal nulla, o almeno così sembra, lo scettro di Zhered-Na cade nelle acque stagnanti della palude, proprio ai piedi di un essere che non è più un uomo, ma un tempo lo era. L’Uomo Cosa non prova una vera curiosità, in realtà nella sua mente primitiva non prova nulla. Tuttavia afferra comunque lo scettro e pare osservarlo, come a cercare di capire cos’è. In quella che una volta era la sua mente passano immagini di tempi lontani e di terre ormai scomparse, che sono vive ormai solo nell’immaginazione degli essere umani. Non può sapere l’Uomo Cosa che Zhered-na aveva dotato lo scettro di un incantesimo di salvaguardia, che ne avrebbe impedito l’uso da parte di chi avesse intenzioni malvagie e che ora lo scettro è inutile per chiunque. Non può saperlo e così getta lontano da se quello che per lui è solo un inutile pezzo di metallo e non resta a vederlo affondare in quel misto d’acqua e fango che custodisce tanti altri segreti.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

            Sotto un cielo plumbeo ed una pioggia rada ma fastidiosa, Jacqueline Falsworth, Lady Crichton, accompagnata dai suoi amici di una vita: Jim Hammond, Namor McKenzie e Joey Chapman pone una piccola urna accanto alle lapidi dei suoi genitori e di suo fratello e dà l’addio all’ultimo discendente di suo padre. No, non l’ultimo, non ancora: c’è ancora una creatura innocente e lei se ne occuperà e forse stavolta il tragico retaggio del Barone Sangue sarà cancellato per sempre.

            È ora di tornare a casa.

 

 

EPILOGO TRE

 

 

            Seduto sul tuo posto accanto al finestrino, sull’aereo che ti riporta a casa, smessi i panni di Capitan America per riprendere quelli più confortanti di Jeff Mace, presti poca attenzione a Joy Mercado seduta al tuo fianco e pensi all’avventura appena finita.

Nonostante tutto il pericolo, devi ammettere che è stato divertente combattere a fianco di Johnny Storm, Namorita e Union Jack, per non parlare di Spitfire e dell’Originale Torcia Umana. Magari un altro giorno accadrà ancora, ma ora hai altro a cui pensare, tra cui il tuo prossimo articolo ed una ragazza alquanto infuriata per essere stata piantata in asso… e si sa: l’Inferno non conosce furia maggiore di quella di una donna arrabbiata.

            Ma a questi problemi troverai una soluzione… sempre ammesso che tu sopravviva alla tua prossima sfida.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche le cose da dire su questa storia, visto che le informazioni essenziali sui protagonisti vi sono state date all’interno della storia e quindi procediamo alla svelta:

1)       Per chi non lo sapesse, Union Jack, Spitfire ed il Barone Sangue sono personaggi originali creati da Roy Thomas & Frank Robbins nelle pagine de “Gli Invasori” nel 1976, anche se inseriti nel passato del Marvel Universe. Fino ad oggi ci sono stati tre Union Jack: Montgomery James Falsworth, Lord Falsworth, che agiva negli anni della Prima Guerra Mondiale; suo figlio ed erede Brian Falsworth, che indossò i panni di Union Jack dal 1942 al 1945, per morire in un incidente d’auto nel 1953, e Joey Chapman, amico di Kenneth Crichton, ultimo discendente di Lord Falsworth, che assunse il manto di Union Jack solo pochi anni fa (secondo il tempo Marvel), durante l’ultimo scontro di Capitan America col Barone Sangue, la stessa notte in cui morì il vecchissimo Lord Falsworth.

2)       Union Jack ha avuto spesso a che fare con i vampiri: ricordo tra le varie occasioni: la sua miniserie personale, la prima storyline della serie MIT Cavalieri di Pendragon ed un’apparizione su La Tomba di Dracula MIT.

3)       Spitfire, alias Jacqueline Falsworth, che aveva ottenuto i suoi poteri grazie ad una trasfusione del sangue sintetico della Torcia Umana Originale, grazie ad una nuova trasfusione è stata ringiovanita sino all’età di 16 anni, dagli 80 e passa che aveva, ed i suoi poteri sono stati ripristinati alla massima potenza:

4)       Spitfire, la Torcia Umana Originale e tutti gli altri eroi in costume della Seconda Guerra Mondiale sopravvissuti sino ad oggi (e non sono pochi -_^), nonché tutti i loro discendenti di sangue e non solo, tra cui il nostro capitan America e Namorita stessa, sono membri di diritto di una particolare associazione che si chiama Battaglione V, che non si limita ad organizzare raduni e cene, ma non è questo il luogo ed il momento di approfondire la questione. Mi limito a dire che la sede londinese del Battaglione è il Diogenes Club, inventato da Sir Arthur Conan Doyle nei racconti di Sherlock Holmes e da me ripreso.

5)       Union Jack, Spitfire, nonché altri eroi ed avventurieri in costume, e non solo in costume, nati e residenti nel Regno Unito compaiono, più o meno regolarmente, sulla serie MIT Cavalieri di Pendragon scritta dall’immarcescibile rossointoccabile. La Torcia Umana Originale, alias Jim Hammond, compare irregolarmente su Capitan America, scritto dal sottoscritto; Johnny Storm, la Torcia Umana di seconda generazione, è un membro fondatore ed attivo dei Fantastici Quattro, serie attualmente scritta dal già citato rossointoccabile; Namor il Sub Mariner lo potete trovare nella serie dei Difensori scritta da Valerio Pastore; Namorita… chi può saperlo?

6)       Quanto a Capitan America… l’aereo su cui si è imbarcato alla fine di questa storia lo sta portando verso un appuntamento col destino a cui si presenterà in Vendicatori MIT #75. Non perdetelo, mi raccomando.

E con questo è davvero tutto, almeno per il momento, ma ricordate: se avete deciso di dormire con la finestra aperta, non dimenticate di appendere al davanzale una treccia d’aglio. Magari non manderà un buonissimo odore, ma ai vampiri sarà ancora più indigesto. -_^

 

 

Carlo

 



[1] Accadde in Fantastic Four Annual #2 (Fantastici Quattro, Corno #27).

[2] In Fantastic Four Annual #4 (Fantastici Quattro, Corno #53).

[3] Nella miniserie Union Jack #1/3 (Wiz #45/48)

[4] Dove lavora il Dottor Charles Seward, come ben sa chi legge La Tomba di Dracula MIT. -_^

[5] Sempre su La Tomba di Dracula.

[6] Charlie Snow, il direttore di Now Magazine.

[7] Reed Richards, Mister Fantastic, il capo dei Fantastici Quattro.

[8] Che sarebbero Spirito Libero e American Dream.

[9] È accaduto tanto tempo fa su Tomb Of Dracula Vol 1° # (La Tomba di Darcela, Star Comics #1).